lunedì, ottobre 6

Proposta

-Richiesta di avviso orale
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Grande Sergio. Ricevo e volentieri diffondo la sua proposta. Eccola:
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In merito alla vicenda che coinvolge Pietro Milazzo, documentata in tempo reale sul sito
http://www.kom-pa.net/ e rimbalzata su vari media esterni e su internet,
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vorrei fare una proposta di azione, con alcune caratteristiche di un'azione nonviolenta:
- preannunciata all'interlocutore/avversario
- resa pubblica
- con un coinvolgimento diretto e personale.
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Propongo, a chiunque voglia farlo, di scrivere in prima persona, e pubblicamente, una lettera al questore di Palermo, per dichiarargli di auspicare, e di considerare onorevole, la ricezione di un "avviso orale" analogo a quello ricevuto da Pietro Milazzo, con due possibili tipi di motivazione:
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- partecipazione attiva, circostanziata, alle azioni politiche di base della società civile palermitana, a favore dei più deboli e trascurati;
- in alternativa, per i simpatizzanti e per chi non vive a Palermo, condivisione e complicità morale con dette azioni compiute da altri.
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L'onore è presto spiegato: chi ha compiuto e compie queste azioni civili in difesa dei diritti più elementari, si onora di compierle; dunque, un avviso del questore che attesti questo tipo di azioni è un riconoscimento ufficiale dell'incisività concreta di queste azioni.
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Un'azione come questa, convenientemente moltiplicata e pubblicizzata, avrebbe secondo me due pregi:
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- sarebbe assertiva: non è una protesta contro il potente di turno, con un tono psicologico inevitabilmente subalterno ("tu sei il potente, e a me non resta che protestare, mendicare riunioni per chiederti spiegazioni, riunioni dove tu ci continui a maltrattare non presentandoti o dicendo cose mendaci o inutili etc"); al contrario, è una manifestazione del potere personale, della forza della coerenza ("tu mi diffidi, e io ti ringrazio, perché con questa diffida mi confermi, mi valorizzi"). Il coinvolgimento personale, l'autodenuncia in questo caso, è un'azione di autentica forza, di forza morale senza violenza.
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- sposterebbe l'attenzione mediatica dalla personalizzazione del "caso Milazzo", poco salutare per Pietro, e inoltre destinata a vita breve come notizia, verso la questione di fondo collettiva: la rapina progressiva di democrazia a livello istituzionale, e il riappropriarsi di democrazia da parte di chi si attiva per la politica dal basso, agendo fermamente e senza violenza.
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Propongo di fare arrivare sul tavolo del questore di Palermo una valanga di lettere aperte personali, e che lui sappia che queste lettere aperte viaggiano sui circuiti mediatici antichi e moderni, chiedendo collaborazione a chi si occupa di diffusione e informazione, a cominciare dai siti amici che già si occupano della vicenda, ma non solo.
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Propongo di svolgere questa operazione con un respiro almeno nazionale, come premessa alla costituzione di una rete italiana per la difesa della democrazia elementare, dove ci si scambi solidarietà e idee creative, di azioni semplici ed efficaci, di resistenza nonviolenta contro i divieti di "bivacchi", di "assembramenti", di esposizione di bandiere, eccetera.
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Si possono anche pensare manifestazioni pubbliche di contorno: per esempio una festa con i senza casa, con la collaborazione di gruppi artistici, con modalità invitanti per la cittadinanza e i turisti, durante la quale chi vuole può dichiarare pubblicamente "ho scritto, o scriverò".
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Di fronte a questo reiterato attentato globale alla democrazia di base, personalmente credo che la protesta pacifica serva a poco - in quanto protesta, per quanto detto prima sul tono inevitabilmente succube; e che altrettanto a poco servano le manifestazioni violente, che inaspriscono gli avversari, fanno crescere l'escalation, e fanno ballare di gioia i giornalisti disattenti e/o complici del regime. Credo invece che un sistema concertato di azioni collettive che abbiano le caratteristiche dette sopra, e altre prerogative delle azioni nonviolente, potrebbe costituire una fra le vie d'uscita da questo dilemma frustrante fra pacifiche proteste e manifestazioni violente.
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Chiedo a chi condivide questa idea, di commentarla, migliorarla, di scrivere la propria lettera, e di attivarsi per la diffusione: io ho un mio circuito/indirizzario nazionale, si può chiedere agli amici di Kom-pa (v. sopra) se vogliono fare da centro di raccolta, e a chiunque altro.
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Grazie, attendo riscontri
Sergio

1 commento:

Anonimo ha detto...

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All'interno del post il modello di autodenuncia è salvato sia come immagine che come file modificabile.
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Si accede al file condivisibile online anche da qui, cliccando sul mio nome.
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Il file si può scaricare (anche come semplice documento word), modificare e personalizzare.